Rapporto sulla presenza donne nella magistratura amministrativa
Consiglio di Stato: magistrati in servizio compresi i fuori ruolo e c.g.a. = 101 di cui 91 uomini e 10 donne
TAR: magistrati in servizio compresi i fuori ruolo = 267 di cui 200 uomini e 67 donne
Funzioni direttive
- Consiglio di Stato magistrati con funzione direttiva 21 pres. di sezioni + 2 (1 Presidente del Consiglio di Stato e 1 Pres. Aggiunto): TUTTI UOMINI
- TAR magistrati con funzioni direttive: 21, TUTTI UOMINI
TAR
Trento e Bolzano : laici nominati dalle Province, rispettivamente: Trento: 2, di cui 1 uomo ed 1 donna; Bolzano: 8, di cui 5 uomini e 3 donne.
Funzioni semidirettive del TAR : in tot. 47, di cui 44 uomini e 3 donne.
Fuori ruolo (cui corrispondono dunque incarichi extragiudiziari di responsabilità): al C.d.S. 12 , al TAR 7 , TUTTI UOMINI
Dati aggiornati ad Ottobre 2008, rilevati con la collaborazione della dolL. Gallo e del cons. S. Cogliani
La necessità di verificare i dati inerenti alla presenza delle donne nella magistratura amministrativa rappresenta un approfondimento utile per comprendere quanto in un settore così importante si debba ancora fare per garantire una reale parità.
Il tema delle pari opportunità, intese come parità effettiva, rimane come problematica di grande attualità ed il rappresentarlo costituisce un momento importante allo scopo della elaborazione di soluzioni concrete. A tal fine l'impegno dei Comitati di pari opportunità ed il collegamento degli stessi nella Rete, promossa dal Consiglio Superiore della Magistratura, appare uno strumento efficace per realizzare una necessaria collaborazione, nella comunanza di intenti, tra le professioni legali.
Questi dati appena esposti dimostrano, come, a fronte della affermazione ormai generale di parità, nella realtà oggettiva si sia ancora lontani da una sostanziale eguaglianza che può realizzarsi attraverso la presenza di donne in posizione di responsabilità, sia nello svolgimento delle funzioni giurisdizionali, che in relazione all'attribuzione di incarichi direttivi giudiziari ed extragiudiziari. Tale dato rispecchia, infatti, problematiche di ordine sociale ed inerenti alla concreta evoluzione dei rapporti uomo-donna nell'ambito della ripartizione dei compiti professionali-familiari.
La questione di tale disparità appare prevalentemente conseguente ad una insufficiente evoluzione sociale e culturale, tale da rendere ancora incerta una parità sostanziale, eppure la stessa Costituzione, all'articolo 51, nella sua più recente formulazione (come modificato dalla .legge Costituzionale n.1 del 30 maggio 2003 ) ha affermato che"Tuffi i cittadini dell'uno o dell'altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza secondo i requisiti stabiliti dalla legge. La Repubblica promuove con appositi provvedimenti le pari opportunità tra donne e uomini" Ecco perché è necessario che l'azione dei Comitati di pari opportunità sia diretto alla promozione di azioni positive per diminuire il divario tra i generi.
Va rilevato, al riguardo, che il Comitato pari opportunità per la giustizia amministrativa si è adoperato lo scorso anno per l'introduzione nel Regolamento del Consiglio di Presidenza della magistratura amministrativa, dì una norma per l'applicazione alla magistratura alla magistratura amministrativa dell'istituto dell'assegnazione temporanea a tutela dell'unità familiare di cui al d.lgs. ll. 151 del 2001.
L'impegno di quest'anno è nel senso di promuovere strumenti di organizzazione delle udienze che siano in grado di facilitare l'adempimento anche della funzione genitoriale, così che possa operarsi un giusto contemperamento tra la professionalità e la dedizione agli affetti.
Nello stesso senso deve segnalarsi l'importanza del progetto avviato dalla magistratura della Corte dei Conti, per la creazione di un asilo nido per gli uffici giudiziari, che appare quale indice di civiltà e di un avviato progresso in collaborazione tra le varie magistrature e gli uffIci amministrativi relativi.
L'adozione di misure idonee a garantire la presenza femminile nell'ambito della magistratura costituisce infatti l'effettivo riconoscimento della specificità culturale delle donne come patrimonio comune di tutta la magistratura e della società.
Caterina Ronconi