Linee programmatiche dell’ADMI

Dall’ultimo incontro internazionale tenutosi a Panama nel mese di maggio di quest’anno in cui si sono dibattuti molti temi: dall’adozione internazionale alla violenza di genere, dalle discriminazioni ancora retaggio di vari sistemi giuridici ( l’Italia è intervenuta con una riflessione sul cognome e la sua trasmissione ai figli ) alla corruzione, sono emerse le necessità che l’ADMI, associazione partner della IAWJ ( Associazione Internazionale delle donne giudici ), adotti delle modalità operative tra istituzioni e modalità di comunicazione che la rendano visibile e capace di trasmettere il suo pensiero.

Certamente noi abbiamo prodotto un pensiero ricco di nuovi valori, abbiamo lavorato in molte direzioni ed abbiamo avuto la capacità di ottenere risultati di grande rilievo: la istituzione del CPO all’interno del CSM ed il suo ultradecennale sforzo per colmare le lacune di un sistema organizzativo che non consente di affermare la sostanziale parità di posizione tra generi, né la facile conciliazione tra il ruolo lavorativo e quello familiare; la diffusione dei CPO all’interno dei Consigli giudiziari presso tutte le Corti d’Appello e del Consiglio direttivo della Corte di cassazione ; la presenza nei CPO di donne - magistrato designate dall’ADMI.

Siamo riuscite ad indurre il legislatore ad adottare nuove leggi che diano strumenti di giustizia in favore dei soggetti deboli, quali gli ordini di protezione, idea nata dalla seconda Conferenza mondiale della IAWJ , tenutasi a Roma nel 1994. Abbiamo coinvolto in queste azioni anche le magistrate della Giustizia Amministrativa e Contabile che hanno ottenuto nei loro ambiti la possibilità di costituire i CPO e di ottenere alcune disposizioni in favore della donna magistrato e madre di bambini in tenera età.

Molti sono stati i convegni, le partecipazioni, le relazioni, gli scritti in cui il nostro pensiero su varie tematiche si è espresso; non solo sulle tematiche specifiche che riguardano la donna, ma anche su quelle di carattere generale, in cui tuttavia si è potuto offrire il punto di vista della donna.

Ciò, tuttavia non basta ed è necessario che questa ricchezza di pensiero e di elaborazione non sia offerta solo alla conoscenza delle persone con cui si è comunicato sino ad ora.

E’ necessario che essa arrivi direttamente alle socie anche meno attive, alle simpatizzanti, alle colleghe che vogliono mettersi in rete, anche se non aderiscono alla nostra associazione.

Occorre ridefinire i rapporti con le istituzioni, trovare punti di contatto con chi ha a cuore lo sviluppo della democrazia, i temi della giustizia sociale, che parte dal riconoscimento della giustizia tra i generi, la chiarezza del pensiero, la trasparenza delle azioni, il rispetto delle posizioni antagoniste.

E’ necessario dunque agire assieme perché credo di essere insieme a tante magistrate e a tanti magistrati che desiderano gli stessi traguardi e che aspirano di perlustrare queste strade.

Individuiamo temi su cui riflettere ed azioni da proporre alle istituzioni che possono effettuare il cambiamento ed ampliamo il nostro sguardo a quello che succede al di fuori dei nostri confini per trovare termini di confronto, appoggio, nuova creatività.

Tradotto in modalità operative concrete questo significa comunicare il nostro lavoro, gli steps raggiunti al maggior numero di soggetti possibili, iniziando da chi opera all’interno dei CPO che a loro volta dovrebbero trasmetterci i risultati della loro attività e partecipiamo alla vita della IAWJ, mantenendo i contatti con le socie nominate Director della nostra Regione, di cui pubblichiamo in questo numero una lettera che ci sollecita in questo senso.

Prepariamo gli interventi del prossimo incontro mondiale di Seul che si terrà nel 2010 : esso deve essere il frutto di una riflessione comune e contenere idee propositive che porteremo a confronto con le tante magistrate che certamente saranno presenti all’appuntamento.

Dividiamoci i compiti perché non tutto gravi sulla presidente, la vice presidente e le consigliere. Individuiamo il rapporto con i CPO , ivi compreso quello all’interno del CSM cui partecipano anche le magistrate designate dall’ADMI. Proponiamo nuove iniziative ed offriamo la nostra collaborazione.

Mi aspetto una risposta a questo appello; chiedo a tutte le colleghe di creare l’occasione per un impegno comune; chiedo all’ANM di individuare una modalità di contatto meno estemporanea di quella adottata in passato.

L’ANM ci ha dato spesso collaborazione, ha riconosciuto l’importanza del nostro operato. Ci offra ora lo spazio di una nuova definizione che ci consenta di conservare la nostra autonomia, ma anche di potenziare i risultati raggiungibili attraverso una più concreta e fattiva opera di sostegno che ci aiuti a non disperdere le energie già profuse e quelle che contiamo di mettere in campo.

I gruppi di studio , come mi piace definire la nostra associazione, hanno la funzione di elaborare idee e proporre messaggi al di là delle dinamiche delle appartenenze, sono trasversali, non chiedono potere, ma si mettono al servizio dell’intelligenza e possono integrare le attività dell’ANM.

Noi rappresentiamo la voce di molte donne magistrate, non di tutte certamente, ma possiamo continuare ad incontrarci , come è già avvenuto in passato: con le tante colleghe che sono sensibili alle speciali tematiche che ci riguardano, con quelle che non pensano che ci siano ancora speciali tematiche di questo tipo; con i colleghi che al contrario le sanno individuare e con gli altri che non ci hanno mai riflettuto .

Per poterlo fare dobbiamo essere le prime capaci di comunicare, attive nel fare in modo che altri comunichino tra di loro ed infine attive anche nell’ascoltare chi ha modo di rapportarsi con noi.

Nell’assumere la presidenza dell’ADMI auguro a tutte un proficuo lavoro.

                                                Graziana Campanato